La pulsazione

L’energia per sua natura si muove (pensate all’incessante movimento degli elettroni intorno al nucleo di un atomo) e tutti i processi biologici sono caratterizzati da movimento, dove l’assenza di movimento energetico genera la stasi che, se prolungata nel tempo, porta alla morte dell’organismo.

Questo movimento bioenergetico è composto da un momento di espansione-apertura e un successivo momento di contrazione-chiusura, che si alternano. E questa è la pulsazione organica: una sequenza alternata di movimenti di espansione e contrazione, di apertura e chiusura. Le cellule, i polmoni, il cuore e molti altri apparati e organi seguono questo andamento. Un organismo “aperto” è un organismo in contatto con se stesso e con l’ambiente, con cui scambia “nutrienti” necessari alla sopravvivenza sia dell’organismo sia dell’ambiente (entrambi prendono qualcosa e danno qualcosa). Un organismo “chiuso” è un organismo confinato dentro se stesso, che scambia con l’ambiente il minimo indispensabile alla propria sopravvivenza e alla sopravvivenza dell’ambiente stesso.

L’organismo è sano quando mantiene la sua pulsazione organica, quando cioè rimane capace di aprirsi e di chiudersi nel rispetto delle proprie necessità, quindi, quando non permane in una chiusura cronica e continua (ad es. l’autismo) e nemmeno in una apertura eccessiva e senza confini (ad es. la psicosi).

Ma cosa porta gli organismi viventi a chiudersi o ad aprirsi? Come abbiamo detto, a fronte di sensazioni ed emozioni piacevoli e di un ambiente accogliente e stimolante l’organismo si apre; quando invece l’organismo è inserito in un ambiente frustrante e pieno di pericoli, per garantirsi la sopravvivenzadifendersi dal dolore e gestire la paura, l’organismo “risponde”, reagisce contraendosi e chiudendosi. Pensate a una lumaca: toccate le sue antenne una prima volta, lei le ritrae e dopo poco le apre di nuovo; toccate le antenne una seconda volta, lei le ritrae ma ad aprirle di nuovo ci mette più tempo, perché non si fida; toccate le antenne una terza volta, la lumaca le ritrae e non le apre più finché percepisce la vostra presenza, sentita come un pericolo.

Per l’essere umano è la stessa cosa. Se ha bisogno di difendersi dal dolore e dalle frustrazioni e di arginare la paura, l’organismo umano reagisce sul piano energetico, psichico e corporeo: alla contrazione e al ritiro della propria energia biologica per difendersi ad esempio da un lutto, corrispondono un ritiro delle emozioni (che saranno nascoste, represse, negate, ecc.), una chiusura caratteriale che si esprimerà con atteggiamenti e comportamenti cosiddetti difensivi e di chiusura e una contrazione della muscolatura, assumendo delle peculiari posture ed espressioni del viso.

Pensate a quando, guardando un film o leggendo un libro, sentiamo salire la commozione e le lacrime: cosa facciamo per non piangere e per non far vedere agli altri che ci siamo commossi? Senza accorgercene, in modo “spontaneo” contraiamo i muscoli della gola sentendo il “groppo in gola” e in questo modo riusciamo a controllare il pianto completamente, o al massimo a far uscire solo qualche lacrima.

Quando invece l’essere umano sperimenta sensazioni piacevoli, emozioni di gioia, sente che l’ambiente in cui si trova è caloroso, gli fornisce supporto, sostegno e accoglienza, accettandolo per quello che è, e che può esprimere liberamente le proprie emozioni, allora a questa situazione di piacere e di serenità l’organismo umano reagisce con un movimento di apertura e di gioia a livello psichico e con una espansione a livello energetico e muscolare, nel senso che i muscoli non sono contratti, ma sono flessibili ed elastici.

Quando a causa di conflitti psichici o di emozioni represse l’energia non riesce più a muoversi liberamente e a mantenere il suo naturale fluire, si crea un blocco energetico che si riflette anche ad altri livelli: a livello muscolare generando una contrazione cronica in una determinata area corporea; a livello emozionale attraverso la difficoltà sempre maggiore di sentire le emozioni (una sorta di anestesia emozionale progressiva); a livello cognitivo con la creazione di pensieri e modi di vedere molto strutturati e rigidi e infine a livello vegetativo attraverso conseguenze sul funzionamento del sistema nervoso vegetativo (simpatico e parasimpatico).

Tutto questo naturalmente ha conseguenze dirette anche sulla strutturazione del carattere, che in qualche modo rappresenta la sommatoria di tutti questi elementi in relazione tra loro.

Più avanti (parlando dei sette livelli, par. 6), vedremo come i blocchi energetici si strutturano lungo tutto il nostro corpo.

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