Poiché siamo nati dall’incontro tra un ovulo e uno spermatozoo ciascuno di noi, indipendentemente dal sesso, contiene in sé una parte “maschile” e una parte “femminile” e questo consente a ciascuno (uomo o donna) di contenere ed esprimere entrambe le funzioni genitoriali, sia quella dell’accudimento (tradizionalmente il materno), sia quella della definizione di sé (tradizionalmente il paterno).
Trattandosi di funzioni genitoriali (o princìpi genitoriali) entrambe presenti in ciascuno di noi, non sono legate al sesso di chi le esercita e possono pertanto essere espresse indifferentemente da una donna e da un uomo.
Nella famiglia tradizionale queste funzioni sono svolte da due persone di sessi diversi (una donna e un uomo), mentre nelle famiglie omoaffettive un partner sarà maggiormente “portato” a esprimere una funzione e un partner a esprimere l’altra, senza però darsi dei confini rigidamente definiti.
Le funzioni di campo energetico
La teoria post reichiana (Federico Navarro, Francesco Dragotto, Genovino Ferri) definisce queste funzioni come “funzione di primo campo energetico” quella legata alla cura e all’accudimento, “funzione di secondo campo energetico” quella legata alla definizione di sé, “funzione di terzo campo energetico” quella legata alla famiglia e alla società, scollegando la specifica funzione genitoriale dal sesso della persona che la esprime. In questo modo, sia la funzione di accudimento (primo campo), sia la funzione di definizione di sé (secondo campo) possono essere espresse entrambe sia da una donna che da un uomo.
Ma entriamo un po’ più nel dettaglio di ciascuna funzione genitoriale.